Experience Palazzo

24 Febbraio 2021

Un viaggio alla scoperta di Palazzo Barovier&Toso
di un'arte, di un'isola, di un autentico tempio del lusso.

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Jacobello Barovier, alla fine del 1200, è stato il primo esponente della famiglia Barovier a dedicarsi alla lavorazione del vetro. Probabilmente fu uno dei primi a trasferirsi a Murano dopo la legge del 1291, emanata dalla Repubblica di Venezia, che impose il concentramento sull'isola di Murano di tutte le fornaci del vetro. È allora che la storia di Barovier&Toso inizia a definirsi e ad intrecciarsi con quella di Murano. L'arte del vetro comincia così a tramandarsi in famiglia, di generazione in generazione, per oltre 7 secoli, superando ostacoli ed impedimenti di varia natura.

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Ad incarnare questa storia, a celebrarla e a darle vita c'è un luogo molto speciale ed esclusivo: Palazzo Barovier&Toso, a Murano. Visitarlo è un'esperienza che riserva tante sorprese ed emozioni.

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Verso Murano, l'isola che custodisce i segreti del vetro soffiato
Andare a Palazzo Barovier&Toso significa innanzitutto andare a Murano, formata da 9 piccole isole, poco più a nord di Venezia. Oggi Murano è un centro abitato aperto ai visitatori e ben collegato con Venezia e con la terraferma, ma non è sempre stato così. Un tempo, l'isola era arroccata su sé stessa, per volere della Repubblica di Venezia, gelosa di un'arte vetraria che doveva restare qui confinata. L'attività è stata per secoli sotto il controllo diretto della Serenissima, che al fine di proteggere i segreti legati alla lavorazione del vetro, costringeva i vetrai a vivere sull'isola, in cambio di speciali privilegi.

Rio dei Vetrai e Fondamenta Manin
Lo storico canale dove si affacciano tutte le vetrerie e le fornaci più famose al mondo è Rio dei Vetrai. Dalla fermata Murano Colonna, passeggiando a piedi per circa 200 metri, si arriva sulle Fondamenta Manin, dove sorge Palazzo Barovier&Toso, a pochi passi dalla storica sede dell’azienda. Costruito nel 1920, conserva intatta l'estetica della facciata originaria, con i suoi mattoncini in laterizio, la simmetrica disposizione delle finestre ed il leone alato che dall'alto governa l'ingresso.

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Palazzo Barovier&Toso
Una volta varcata la soglia d'ingresso, Palazzo Barovier&Toso svela tutta la sua prorompente maestosità. Lo sguardo è rapito dall'opulenza dei riflessi. La sontuosità del Cristallo Veneziano risuona in ogni creazione Barovier&Toso.

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Il progetto di interior, realizzato dallo Studio Calvi Brambilla, è essenziale e moderno. Ne risultano atmosfere emozionali e suggestive, che danno ampio respiro alla luce e al colore. Il percorso si svolge su tre livelli, collegati da una grande scala dorata. Al centro di questo vano a doppia altezza, trionfa un maestoso Taif a 76 luci, iconico lampadario disegnato nel 1980, che incarna in modo emblematico la maestria artigianale di cui è depositaria Barovier&Toso.

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Lo spazio di 900 metri quadrati è un percorso affascinante declinato sulla dimensione emozionale delle creazioni di cristallo. Bellezza, raffinatezza, arte, design... non si tratta di un semplice showroom, ma di un autentico tempio del lusso, espressione di storia e contemporaneità, tradizione ed innovazione.

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Il colore degli interni scandisce univocamente ogni sala, creando degli ambienti intimi ed esclusivi, che esaltano l'intensità dell'esperienza visiva. A fare da eco, le opere d'arte di Jason Martin, Brigitte Kowanz e Astrid Krogh, che prendono attivamente parte all'esposizione. Lampadari, sospensioni e lampade da tavolo Barovier&Toso intrecciano un racconto variegato e sorprendente, che parla di creatività, di heritage e di eleganza.

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SEGRETI DALLA FORNACE

Il lampadario Taif esposto a Palazzo Barovier&Toso è veramente imponente, per dimensioni e numero di luci, ben 76.  Basti pensare che conta 1522 elementi in cristallo veneziano oro e 268 pendagli. La realizzazione di questa versione personalizzata ha richiesto un colossale lavoro di manodopera. Sono stati utilizzati 675 chilogrammi di sabbia, che corrispondono a 1080 chilogrammi di vetro fuso, lavorato artigianalmente dai maestri vetrai di Barovier&Toso, per un ammontare di 415 ore in fornace. A seguire, Taif ha richiesto ben 100 ore di montaggio e 100 ore destinate al collaudo e al controllo qualità. Il risultato è una creazione unica, di inestimabile valore.

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HITS&TIPS

Fu nel 1602 che a Murano, il podestà Gabriele Barbarigo instituì un Libro d'Oro, oggi conosciuto come il libro della nobiltà vetraria dell’isola, e conservato, in originale, al Museo Civico Correr. Questo libro raccoglie i nomi di coloro che all'epoca riuscirono a dimostrare di essere una famiglia originaria di Murano: solo 152 i cognomi registrati e tra questi compare quello dei Barovier. Gli esponenti di queste famiglie erano i cittadini della Magnifica Comunità di Murano, gli unici a poter ricoprire cariche nel Consiglio, battere moneta, uscire armati di coltello, ma soprattutto gli unici ad avere il diritto di lavorare il vetro. I privilegi non finivano qui, perché le figlie potevano sposare anche un nobile ed acquisirne tutti i diritti nobiliari. L'unico vincolo imponeva ai vetrai di non varcare i confini di Venezia nell'esercizio della propria arte. Il rischio era la pena di morte.

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