Spicy Lights

19 Ottobre 2021

Un range di colori di esotica memoria. Dalle sfumature ambrate ai riflessi metallizzati, il cristallo veneziano incontra tre nuance di eleganza sopraffina.

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Caramello, Cognac, Brown: sono queste le tonalità più calde all'interno del campionario cromatico del cristallo veneziano Barovier&Toso. Sono ispirate alla natura, ai variopinti paesaggi autunnali e trasportano la mente ad un'epoca in cui questi colori tingevano e profumavano la città di Venezia.

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C'è stato un tempo, infatti, in cui il mercato di Rialto traboccava di spezie provenienti dall'Oriente. La Serenissima allora ne aveva il monopolio e tutte quelle che arrivavano in Europa passavano dal bacino di San Marco. Pregiate e costosissime, e per questo usate dai ricchi per dare sfoggio del proprio status, le spezie fecero la fortuna di Venezia insieme ad altre merci di grande valore, come la seta e le pietre preziose. Bisogna immaginare gli spezieri intenti a triturare e mescolare semi, cortecce, foglie, studiando le migliori combinazioni e confezionando i famosi "sacchetti veneziani": zafferano, curcuma, cannella, chiodi di garofano, anice stellato...un'esotica varietà di sapori, profumi e colori, dalle calde tinte ambrate.

Nel frattempo, la vicina isola di Murano pullulava di fornaci e le sue calli divenivano unico luogo deputato ad esercitare l'arte del vetro. Maestria, manualità, sperimentazione erano gli ingredienti principali all'interno di quei laboratori che hanno fatto la storia di Murano. Anche per la lavorazione del vetro si utilizzavano allora materiali importati dall'Oriente, come il silicio vetrificante, la soda fondente e la legna come combustibile, materiali di per sé poveri, ma che nelle mani dei maestri vetrai davano vita ad opere preziose.

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Da 700 anni, Barovier&Toso continua a produrre creazioni in vetro soffiato, curate in modo sartoriale, perché possano specificamente rispondere alle singole esigenze. Il colore rappresenta una componente fondamentale, perché va ad interagire profondamente con il design dell'oggetto e con gli interni che lo accolgono, in un gioco di gusti ed equilibri. Ogni colore ha le sue caratteristiche e di fronte ad un campionario dei vetri tanto ricercato ed ampio come quello Barovier&Toso, scegliere può essere una piacevole sfida.

In particolare, il cristallo color Caramello risulta molto luminoso e vivace, con i suoi riflessi dorati e le sue sfumature aranciate. Offre dei contrasti molto netti con le finiture in metallo e permette di creare abbinamenti di notevole effetto, che sanno dare grande carattere agli ambienti.

Il color Cognac si distingue per il suo fascino discreto e raffinato, che non passa inosservato. Le trasparenze del cristallo veneziano abbracciano una nuance chiara, quasi eterea, ma fortemente espressiva. La sua versatilità non ha confini e sposa con disinvoltura sia atmosfere contemporanee che classiche.

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Il colore Brown è sorprendente per la sua eleganza e la sua bellezza. È una tonalità calda, poco satura, sviluppata da Barovier&Toso per gli amanti del glamour. I riflessi bronzati del cristallo interagiscono con la luce e contribuiscono a rendere sofisticato l'ambiente, che sia domestico o di rappresentanza.

Alcune creazioni Barovier&Toso, come Perseus e Manhattan, prevedono combinazioni multicolor, nelle quali ricorrono insieme proprio le tonalità Cognac e Brown, associate al cristallo trasparente, al bianco e al grigio, a formare una palette elaborata ed intrigante.

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SEGRETI DALLA FORNACE

All’interno del Museo Barovier&Toso a Murano è conservato uno splendido esemplare di un vaso “Aborigeno” giallo ambrato. Un pezzo unico risalente agli anni ’50 e disegnato da Ercole Barovier. La tecnica di realizzazione è quella della “colorazione a caldo senza fusione”, che consiste nell'inserimento tra due lastre di vetro trasparenti ed incandescenti di ossidi, sali ed altre sostanze grazie alle alte temperature raggiunte assumono colori particolari, creando effetti diversi e mai uguali.

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HINTS&TIPS

Alla fine del Medioevo, il commercio delle spezie è in mano alla Serenissima, già a stretto contatto con le culture africane ed asiatiche affacciate sul Mediterraneo. Tonnellate e tonnellate di spezie partono dal lontano Oriente e passano per Venezia, vendute al celebre mercato di Rialto sotto la stretta vigilanza di funzionari statali incaricati, i “messeri del pepe”. Nasce così la celebre Via delle Spezie. Da quel momento Venezia e il mondo intero non riusciranno più a fare a meno delle spezie.  Le spezie poi non hanno più abbandonato la cucina veneziana: ne sono un esempio la “pastissada de manzo” con verdure, preparata chiodi di garofano e cannella o le più celebri “sarde in saor”, cotte con cipolle, uvetta e pinoli.

 

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